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al testo di Giuseppe Vetromile
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Dall’altra parte del cielo è iscritto un amore che tu ancora non sai
e se prendi un raggio di luna nel volo dissolvente del tramonto vedrai come d’asciutto sa ogni parola che ne viene e vuota di luce Così il tempo che ogni giorno rimetti nella borsa della spesa mia cara è un’eco d’attesa che ti stordisce solo il cuore mentre tu trapassi tutte le molecole d’aria senza mai più sentirle accarezzare la tua pelle Oh e tu che dirai al tuo foglio rinchiuso ancora intonso nello scrigno di quell’unico romanzo? Bisognerà mia cara raccogliere tutte le dolcezze e i baci e il candore ancora vivo dei nostri antichi fiori per riscrivere la parte chiara di questo cielo ancora avvolto dalle nebbie dei potenti annunciatori Ci è concesso uno spazio privo di memoria rachitico e indecente il giorno si rottama spesso nei fondi di bicchiere cangianti e allucinati dal sentore di petrolio che tutto avvolge e spinge verso l’eldorado e tu mia cara sei seme di sorriso imprigionato nella terra dei tuttòfagi al centro del palazzo dei motori schiuderai gli occhi sull’ottano degli spot erogato al quorum del punteggio stabilito in un album con diecimila bollini da incollare con saliva produttiva o con chimica ad hoc e tu sarai sazia delle dita così operose tanto da concludere ogni parola nel repertorio sfatto della sera |
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